22 Mag Apparecchi acustici: 5 miti da sfatare
Secondo gli ultimi dati Euro Trak, solo il 35% di chi soffre di ipoacusia diagnosticata indossa regolarmente gli apparecchi acustici. Ciò accade per diversi motivi, ma soprattutto perché la maggior parte degli italiani nutre ancora dei dubbi sull’efficacia di questi dispositivi, anche per va di informazioni imprecise e false credenze sull’argomento. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno sfatare 5 miti sugli apparecchi acustici.
Gli apparecchi acustici sono vistosi
Chi pensa che gli apparecchi acustici siano troppo vistosi non ha mai visto un modello moderno. Sono anni infatti che il mercato degli apparecchi acustici ha fatto passi da gigante in quanto a tecnologica, design e dimensioni, arrivando a creare dispositivi piccolissimi, talvolta più piccoli di una moneta.
Tutti i modelli di nuova generazione sono piccoli e discreti: alcuni possono essere personalizzati in base al colore della pelle o dei capelli, altri ancora si inseriscono all’interno del condotto uditivo, diventando invisibili una volta indossati. Al giorno d’oggi, la credenza che gli apparecchi acustici sono vistosi non può più essere una motivazione valida per ritardare l’utilizzo di questi dispositivi.
Gli apparecchi acustici sono scomodi
Il design degli apparecchi acustici moderni non è studiato solo per offrire la massima discrezione, ma anche il massimo comfort. Questi dispositivi sono progettati in modo da non gravare sulle orecchie grazie ad un design ergonomico e all’utilizzo di materiali leggerissimi e non aggressivi sulla pelle. Alcuni modelli sono realizzati su misura in base alla forma del condotto uditivo, così da aderire perfettamente senza creare fastidio anche se si indossano per tutta la giornata. Chi li indossa spesso dimentica di averli.
Gli apparecchi acustici sono “da vecchi”
Il fatto che gli apparecchi acustici siano “da vecchi” è uno dei miti più difficili da sfatare: questo perché si pensa ancora che l’ipoacusia colpisca solo le persone molto anziane e che sia sinonimo di declino cognitivo. In realtà, è proprio il contrario: l’ipoacusia può essere una delle concause della demenza senile o dell’Alzheimer, e non il contrario. Inoltre, il calo dell’udito comincia a verificarsi già dopo il 50 anni: le cellule dell’apparato uditivo, come quelle di tutto l’organismo, invecchiano e si deteriorano e, se non si segue uno stile di vita sano e non ci si prende cura della propria salute uditiva, l’ipoacusia può presentarsi a qualsiasi età.
Gli apparecchi acustici non servono con un calo uditivo lieve
Il calo dell’udito è una patologia progressiva: più tempo si lascia passare senza intervenire, più la perdita uditiva aumenta. Ecco perché è importante intervenire con gli apparecchi acustici, ove necessario, anche se l’ipoacusia è lieve: in questo modo si previene un ulteriore aggravarsi della situazione. Inoltre, come abbiamo già detto, sentire bene aiuta a mantenere la menta attiva e lucida, e ritarda un eventuale declino cognitivo. Se indossando gli apparecchi acustici si può mantenere la salute mentale e il benessere del cervello, ben venga.
Gli apparecchi acustici non mi restituiscono l’udito
Quest’ultima affermazione è, in realtà, parzialmente vera: gli apparecchi acustici non restituiscono la capacità uditiva e non risanano l’apparato uditivo, tuttavia possono fare in modo che la perdita uditiva non peggiori e soprattutto restituiscono la possibilità di ascoltare bene anche in situazioni complesse e rumorose.